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Immagine del redattoreGenny Moccia

Respirazione Yogica Completa

Nello Yoga la respirazione è molto importante, sia da un punto di vista più fisico che da un punto di vista meditativo.

In questa disciplina si impara ad avere un maggior controllo sul Prana attraverso la respirazione e tutto questo ci consente di spostare e canalizzare l’energia vitale in diversi punti del nostro corpo, sia fisici che energetici, come ad esempio i Chakra.

Tutto ciò che esiste nell’universo infatti, ha bisogno di Prana per vivere e qui di seguito vedremo come, una respirazione corretta e completa del nostro corpo, può aiutarci a far fluire meglio le energie vitali e di conseguenza farci vivere meglio e più consapevoli.


Ma cos’è il Prana?

Prana, in sanscrito significa “soffio vitale” e sta ad indicare il flusso dell’energia vitale all’interno di un corpo.

Nelle culture giapponese e cinese esso viene anche chiamato usando i termini Ki e Qi.

Nella filosofia indiana uno dei sistemi attraverso cui gli esseri viventi incanalano Prana, è appunto la respirazione.

Nella respirazione infatti viene preso oltre all’ossigeno, considerato l’elemento grossolano, anche la vitalità, considerata l’elemento sottile.

Secondo gli yogi durante il Pranayama, quarto anga dello Yoga che contiene alcune tecniche per attivare il controllo dell’energia vitale, utilizzando il respiro si può riuscire a calmare la mente, che a sua volta possiede il controllo sull’energia vitale e quindi lo si può addirittura fermare nelle meditazioni più avanzate, per riuscire così ad arrivare più facilmente allo stato di Samadhi.

Secondo la filosofia yogica anche il pensiero stesso è fatto di Prana ed attraverso lui è possibile dirigere Prana dove lo si desidera, ed è proprio per questo che nelle meditazioni avanzate, è molto importante saper controllare bene il fluire dei pensieri nella propria mente, al fine di non creare disequilibrio nel punto della propria coscienza che si và a toccare.

Lo yogi definisce Akasha l’etere cosmico e secondo lui quando il Prana agisce su Akasha, hanno origine tutte le forme della materia costituite proprio di Prana.

Se pensiamo alle popolazioni antiche, più vicine ai cicli terrestri e lunari ed in continuo contatto con le energie primordiali, ci rendiamo conto di quanto per loro fosse naturale comprendere questo tipo di vibrazioni, mentre purtroppo per riuscire a percepirle, noi individui di oggi, ci dobbiamo rivolgere a discipline più meditative od energetiche.

Lo Yoga ci aiuta in questo senso, a divenire più consapevoli del fluire delle energie nel nostro corpo e riuscire così ad effettuare una corretta respirazione, in modo da incanalare nella maniera più adeguata il Prana dentro di noi, al fine di raggiungere un ottimale benessere psicofisico.


Yoga e respiro


Nello Yoga vi sono alcune tecniche di respirazione molto importanti che si possono effettuare sia durante le asana, sia prima della meditazione, per facilitarne l’entrata.

Nello Yoga infatti è importante imparare a gestire il proprio respiro per ventilare bene i polmoni e far respirare meglio il corpo, attivare i muscoli inerenti questa attività ed esercitare un massaggio sugli organi interni, per purificarli ed energizzarli.

Nella respirazione secondo questa disciplina, vi sono dei collegamenti con il nostro modo di vivere:

INSPIRARE = prendere vita, energia

ESPIRARE = lasciare vita, energia

Si pensi che alla nascita, il primo atto respiratorio è un’inspirazione, mentre l’ultimo atto respiratorio prima della morte è un’espirazione.

I diversi individui hanno anche diversi modi di respirare, in base alla postura, alle tensioni accumulate o al modo stesso di reagire alle diverse situazioni che gli si pongono nel corso della vita.

Alcune persone non espirano completamente ed altre non inspirano del tutto, in base alla loro postura o ad un loro atteggiamento mentale.

Nello Yoga una efficace respirazione è data utilizzando tutte e tre le aree che entrano in gioco durante un respiro: la zona addominale, quella toracica e quella clavicolare.

Ma analizziamole separatamente:


RESPIRAZIONE ADDOMINALE: questo tipo di respirazione avviene per azione del diaframma, che separa l’addome dal torace.

Il diaframma è innanzitutto il muscolo principale della respirazione e sebbene sia un muscolo sempre attivo sia in questa respirazione che in quella toracica, è proprio in questa che se ne percepisce maggiormente la sua azione.

Il diaframma è fatto a cupola e separa gli organi addominali da quelli toracici ed è attaccato alla colonna grazie ai tendini.

Nella parte superiore di questo muscolo vi è un tendine, collegato agli organi del torace e dell’addome.

La respirazione addominale è data dal movimento del diaframma appunto, che si dilata verso il basso nell'inspirazione e crea un leggero gonfiarsi della pancia, ma se teniamo i muscoli addominali nella parte al di sotto dell’ombelico durante questa fase, sentiremo che il respiro tenderà ad andare su, verso il torace.

Con la contrazione del diaframma, le costole tendono a salire.

Per riuscire a percepire meglio questo tipo di respirazione, è consigliabile sdraiarsi supini, con una mano sul torace ed un’altra sull’addome.

In questa posizione, potremo accorgerci che la mano sull’addome si muove con il respiro, mentre quella sul torace resta ferma, infatti durante l'inspirazione l'addome si solleva, mentre espirando si abbassa verso la colonna.


RESPIRAZIONE TORACICA: questo tipo di respirazione avviene per azione di diversi muscoli che espandono e contraggono la gabbia toracica insieme al diaframma.

In questa respirazione si ha una dilatazione delle coste in laterale ed un sollevamento del petto verso l’alto.

Qui il diaframma si contrae in inspirazione e si attivano gli intercostali interni, gli obliqui esterni ed interni ed il retto addominale.

I muscoli accessori in questo tipo di respirazione sono i romboidi che avvicinano le scapole ed i piccoli pettorali che chiudono il torace, ed essi non sono fondamentali, ma aiutano a respirare di più.

Per osservare meglio come funziona questa pratica, possiamo sdraiarci supini e mettere la mani sulla gabbia toracica, vicine l’una all’altra.

Mentre inspiriamo, ci accorgeremo che il torace si espande e le mani tendono ad allontanarsi, mentre in espirazione, ritorneranno ad essere vicine; questo avviene per una espansione del torace stesso in inspirazione.


RESPIRAZIONE CLAVICOLARE: questo tipo di respirazione avviene per azione dei muscoli accessori, del collo, della gola e dello sterno, che permettono il sollevamento della clavicola, dello sterno stesso e delle coste, in modo da espandere ulteriormente la sommità della cassa toracica.

Questa pratica è la più difficile delle tre, proprio per la sua particolarità, ma non per questo è meno importante delle altre.

La respirazione clavicolare infatti è particolarmente utile a chi la esegue, per la sua caratteristica di aiutare l’allungamento della colonna vertebrale, in particolar modo nel tratto cervicale, di allentare le tensioni ai muscoli del petto, del collo e delle spalle.

In questa respirazione vengono utilizzati i lobi superiori dei polmoni, che tendono ad espandersi verso l’alto.


Nello Yoga la respirazione è molto importante, perché regola il movimento, la mente ed il Prana e proprio per questi motivi si tende a focalizzarsi su di una respirazione completa, che comprende cioè tutti e tre questi tipi di respirazione in un unico sistema.


La respirazione completa


La respirazione yogica completa, chiamata anche Siddhi pranayama, avviene grazie all’utilizzo di tutti questi muscoli ed alla loro coordinazione e ciò permette di sfruttare tutta la capacità dei polmoni.

Siddhi infatti significa “perfezione” per intendere che questo tipo di respirazione è la respirazione perfetta.

In questa tecnica si vanno ad unire tutti e tre gli atti respiratori addominale, toracico e clavicolare, in un unico sistema, dove innanzitutto viene sfruttata al meglio la nostra capacità di inspirare ed espirare, viene aumentato l’assorbimento di ossigeno nel corpo e con l’introduzione di maggiore ossigeno e Prana, l’organismo viene maggiormente irrorato di energia vitale e quindi sia i canali energetici che gli organi ricevono maggior giovamento.

I canali energetici quali Nadi e Chakra vengono con questa tecnica vitalizzati e ciò influisce positivamente anche sul sistema nervoso, con la conseguenza che l’individuo risulterà più calmo e meno stressato e l’attività cerebrale risulterà più lucida.

Una corretta respirazione completa, aiuterà chi la pratica a respirare meglio, elasticizzare i muscoli e gli organi che servono all’utilizzo e di conseguenza fortificarli.

Questa pratica aiuta anche a creare come un massaggio agli organi interni interessati, che sotto questo stimolo, riceveranno non solo più energia vitale, ma verranno anche compressi e rilasciati e questo li aiuterà a lasciar andare le tossine in eccesso e la loro conseguente purificazione.

Perché risulti efficace ed eseguita correttamente, si deve tener conto che chi la effettua deve trovare alcuni collegamenti tra le diverse fasce muscolari e gli organi correlati, prendendo coscienza del proprio corpo e di “come utilizzarlo”.

Per aver più chiara l’idea di come funzione a livello pratico, andiamo ad elencarne alcune fasi:


FASE 1 Si attivano i quadrati dei lombi e gli erettori del dorso per raddrizzare la schiena, allungare

l’addome ed impostare l’espansione del torace.

Per chi non riesce a stare con la schiena dritta in questa posizione, può risultare utile utilizzare un cuscino o una sedia all’occorrenza.


FASE 2 Si attivano i retti addominali per mantenere gli organi in posizione e bilanciare l’azione dei muscoli nella schiena.

Nelle pratiche più avanzate di Pranayama poi, è utile tenere l’addome in tono anche nella fase di inspirazione.

È molto importante infatti saper utilizzare questi muscoli fin dall’inizio della pratica.


FASE 3 Qui si attivano i romboidi per aprire ulteriormente il torace, mentre le spalle vanno indietro e lo sterno viene spinto in avanti.


FASE 4 Vengono attivati i pettorali minori, per elevare ulteriormente le costole più in alto e subito dopo viene attivato anche lo sternocleidomastoideo.


FASE 5 In questa posizione, si spinge delicatamente le mani sulle ginocchia per elevare ulteriormente la gabbia toracica.


Nella respirazione yogica completa dunque, si respira totalmente, partendo dalla pancia, salendo fino alle clavicole, il tutto con una bella e profonda inspirazione, mentre quando si deve espirare, lo si fa al contrario, svuotando prima la zona clavicolare, in seguito quella toracica e per ultima la zona addominale, cercando di riempire bene tutti i polmoni e di espirare svuotandoli completamente.

La respirazione completa non si esegue solo durante la fase di pranayama, ma anche durante l’esecuzione di un asana, in modo da aumentare il massaggio interno degli organi correlati all’asana stessa e far si che l’esercizio svolto non sia fine a se stesso, ma un lavoro di pulizia interna notevole.

È questo che alla fine distingue la pratica delle asana da una semplice ginnastica posturale, l’utilizzo delle tecniche di respirazione.

Inviando Prana durante la pratica delle asana, si vanno a stimolare tutti gli apparati e le ghiandole e si amplifica così la loro funzione

La respirazione yogica completa in sintesi, aiuta l’organismo a trovare il giusto funzionamento, il giusto equilibrio e la giusta connessione tra corpo e mente attraverso il respiro.

Con questa infatti si può controllare il ritmo mentale, perché i due sono strettamente collegati, in quanto onde mentali e ritmo respiratorio vanno di pari passo.

Durante la respirazione completa infatti, l’uso di una corretta respirazione aiuta a calmare la mente, a renderla più lucida ed a predisporla ad uno stato mentale di una certa frequenza vibrazionale, nella quale diviene più facilitato il rilassamento e di conseguenza lo stato meditativo.

Non vi sono controindicazioni in questa pratica, anche perché da essa se ne possono trarre solo benefici sia fisici che psicologici, anzi, potremo affermare sicuramente che eseguita tutti i giorni almeno una volta al giorno per qualche ciclo respirativo, aiuterà l’organismo a rigenerarsi, ossigenarsi e star bene, aiutando anche la mente a prendere consapevolezza del proprio corpo e del suo potenziale.


Genny Moccia



“Con la respirazione yogica il corpo diventa forte e sano; il grasso superfluo scompare, il viso si fa luminoso,

gli occhi scintillano, un fascino particolare emana da tutta la persona. La digestione si svolge con facilità. Il

corpo si purifica interamente e la mente diviene calma, obbediente. La pratica costante apporta felicità e

pace."

Swami Sivananda







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