Chi pratica Yoga riesce bene ad armonizzarsi con le energie che lo circondano, quelle della terra, delle stagioni e coi cicli vitali che fanno parte di tutti gli esseri viventi su questo pianeta.
Nello Yoga si ottiene infatti il beneficio di un ritorno a tutto ciò che è naturale, tutto ciò che fa parte della natura stessa dell’uomo e proprio per questo, tale disciplina può essere praticata per tutta la vita, in ogni sua fase e periodo.
In questo caso sono certa di affermare che lo Yoga si adatta perfettamente all’uomo, alle sue esigenze e possibilità ed in particolare lo Yoga abbinato al periodo della gestazione, risulta essere una pratica potente, efficace, ma soprattutto universale.
La donna e lo Yoga
Da quando anche le donne hanno cominciato a praticare Yoga, questa disciplina è divenuta un pochino più “morbida”, soprattutto nella pratica delle Asana, che si sono gradualmente adattate ad un corpo femminile ed alle esigenze che la donna ha nel corso della sua vita terrena.
Si è nel corso del tempo, sentita l’esigenza di adattare le Asana e le tecniche di Pranayama ad ogni periodo che questa vive e soprattutto in un momento così delicato ed importante come la gravidanza, lo Yoga è stato modificato ed alleggerito ulteriormente, per renderlo applicabile anche in una situazione in cui alcuni movimenti o tecniche di respirazione sarebbero risultati pericolosi per la madre ed il feto.
Ma perché tante donne si avvicinano allo Yoga in questo periodo della loro vita?
Durante la gestazione accade che il corpo si trasforma, a livello fisico si ha un nuovo piano di assetto ormonale, per prepararsi ad accogliere una nuova vita al suo interno e di conseguenza cambiano le emozioni, le esigenze, il modo di percepire la realtà.
In questo periodo le caratteristiche energetiche del bambino entrano a far parte dell’energia della madre e portano con sé una caratteristica molto importante: la propria essenza fusionale.
L’essenza fusionale è la qualità che il bambino porta con sé e che la madre percepisce per tutti i nove mesi, è un’energia che tutti portiamo con noi da sempre, ma la connessione con essa tendiamo a perderla attraverso la fase di separazione.
Attraverso la percezione di questa energia così intensa, la donna incinta si sente in qualche modo esistere nel tutto, proprio come succede durante una meditazione profonda e questa qualità fa si che, in qualche modo, nella coscienza della gestante ci sia una ricerca di tutto ciò che è naturale per lei.
Anche donne che fino a questo momento non hanno mai praticato Yoga e non lo conoscono bene, in gravidanza spesso decidono di indirizzarsi su questa disciplina, un po’ consigliate dal medico o da altre gestanti, un po’ per il bisogno di buttarsi su qualcosa di naturale, nella ricerca del benessere psicofisico più adatto per il periodo che stanno vivendo.
La pratica
Durante tutto il periodo della gestazione, lo Yoga lavora sul piano energetico, mentale e fisico per accompagnare la mamma al parto in buona forma fisica ed emotiva.
Questa pratica aiuta la donna a portare l’attenzione all’interno, ai cambiamenti del proprio corpo e della mente ed a riuscire ad osservarli e viverli in maniera consapevole, serena e piacevole.
Purtroppo durante tutti i nove mesi, ci possono anche essere dei disturbi di varia natura e qui entra in gioco lo Yoga, che attraverso una pratica costante e giornaliera, aiuta ad attenuarli e comprenderli, con un conseguente controllo delle proprie emozioni.
Ma analizziamo bene come lavora lo Yoga durante questi nove mesi, che per svariati motivi, vengono suddivisi in tre periodi principali: primo, secondo e terzo trimestre.
PRIMO TRIMESTRE: in questa prima fase della gravidanza, la donna si trova ad affrontare i primi cambiamenti del proprio corpo, la nuova situazione ormonale in fase di cambiamento, i primi disturbi quali nausea, stanchezza e respiro affaticato.
La stanchezza del primo trimestre è causata dal fatto che il corpo si prepara per accogliere una nuova vita al suo interno e per far ciò, deve consumare un po’ più di energia del solito.
In questo periodo, gli ormoni hanno una grande responsabilità sul piano emotivo, dato che in questa fase la gestante sarà piena di paure, fragilità emotiva, ma anche di gioia per il gradito evento.
Nel primo trimestre, le emozioni sono inarrestabili e la donna, causa l’assetto ormonale e la situazione familiare in cui si trova, entra in un turbine di sensazioni tutte insieme, che la portano ad una grande instabilità emotiva, con conseguente stanchezza mentale e fisica.
In questo caso, è consigliata una pratica prevalentemente leggera, con relative Asana in ginocchio, per ridurre la tensione ed il carico di stanchezza, con rilassamenti profondi anche più intensi, in modo che la mente riesca a svuotarsi meglio ed il corpo si prepari a riposare e dormire bene durante le ore di sonno.
Le Asana dove si ha l’apertura del petto e della gabbia toracica aiutano molto per le nausee causate dall’aumento di progesterone, sostanza che ammorbidisce la muscolatura che riveste l’apparato digerente e che quindi può portare una cattiva digestione.
L’apertura del torace può anche aiutare il movimento del diaframma, che a causa della pressione della pancia su di esso, può trovare difficoltà a spostarsi dall’alto verso il basso durante la respirazione.
La respirazione yogica completa è comunque una respirazione che si adatta benissimo sia in questo periodo che durante tutta la gestazione, perché tonifica tutto l‘ apparato respiratorio e favorisce l’apporto di ossigeno in modo più completo.
SECONDO TRIMESTRE: nel secondo trimestre vi è un ulteriore cambiamento all’interno del corpo della gestante, per la crescita del feto e quindi la maggiore percezione di questo da parte della madre.
La pancia inizia a divenire più grande ed evidente, le nausee cominciano a diminuire e con sé portano via anche la stanchezza ed il senso di affaticamento.
L’umore della donna in questa fase risulta essere più sereno, la sua attenzione è maggiormente proiettata all’interno e si comincia a percepire il bambino come un corpo separato dal proprio e questo segna l’inizio del processo di separazione.
Questo cambiamento è importante, perché mentre nei primi tre mesi la donna percepisce la nuova vita dentro di sé come un tutt’uno con lei, in questa fase la percezione di un corpo estraneo al proprio, le mostra come invece non sia così ed i pensieri sul momento in cui il bambino presto si staccherà, potrebbero creare qualche ansia.
Nel secondo trimestre il corpo aumenta notevolmente di peso e potrebbero iniziare problemi di circolazione e crampi.
Durante la pratica dello Yoga, ma anche prima di dormire, sarebbe utile in questi casi eseguire esercizi di allungamento per le parti coinvolte in crampi, magari abbinati all’uso di magnesio, sostanza che come ben sappiamo aiuta in questi casi.
A causa della postura caratteristica col peso prevalentemente sull’addome, in questa fase la donna potrebbe aver disturbi alla sciatica, proprio perché il nervo sciatico viene compresso e di conseguenza si infiamma.
Con disturbi di sciatica le Asana consigliate sono tutte quelle che ridistendono la zona lombare, che la allungano e rilassano questa zona muscolare.
Ancora un altro disturbo che può verificarsi in questo periodo è l’infiammazione del legamento rotondo, un legamento importante adibito a tenere l’utero in posizione all’interno della cavità addominale.
Mentre l’utero cresce di dimensione, questo legamento viene tirato al massimo, diventando sottile ed andando ad irritare i nervi vicini, causando così un forte dolore alla gestante.
In questo caso, per rendere forte il pavimento pelvico, nello Yoga posso aiutare gli esercizi di rinforzo per questa parte del corpo, compresi quelli di Mulabhanda.
TERZO TRIMESTRE: in questo momento particolare, il corpo della donna subisce ancora un altro cambiamento, quello che la porterà direttamente al parto.
Il cambiamento da un punto di vista emotivo è enorme, dato prima di tutto dal realizzare sempre di più che la separazione dal bambino avverrà presto e dal doversi separare da questa sensazione di forte fusionalità.
La madre in questi tre mesi si prepara a fluire tra questi due stati di fusione e separazione e proprio per questo motivo, alcune donne vanno in depressione, non riuscendo ad accettare appieno la seguente fase di separazione.
L’obbiettivo di questo periodo è proprio quello di riuscire ad armonizzare questi due stadi e conseguire così una serenità interiore anche durante il cambiamento imminente.
I ritmi della gestante in questo periodo sono molto più lenti, si armonizzano con quelli del bambino e la stanchezza potrebbe tornare come nei primi tre mesi.
Le ansie qui sono molto più frequenti, causate dal pensiero fisso sul parto, su ciò che avverrà dopo e su come questo avverrà.
A livello corporeo i disturbi del terzo trimestre sono notevoli, come l’edema causato dall’aumento dei fluidi corporei e dalla cattiva circolazione sanguigna, infatti le asana dove da sdraiate vengono tirate su braccia e gambe possono aiutare ad alleggerire gli arti dai liquidi in eccesso.
In questa fase la schiena è sottoposta ad un peso eccessivo e la zona lombare è spesso causa di dolori.
Qui le Asana dove viene allungata la zona lombare e si hanno torsioni nella parte alta della schiena sono consigliate, perché aiutano a togliere eventuali contratture da postura e danno sollievo alla gestante.
A causa di tutti questi disturbi sia fisici che emotivi, la respirazione in questo periodo è fondamentale e le tecniche qui utilizzate sono tutte indirizzate a far rilassare la madre, a far si che riesca a riposare ed abbia sempre in un buon equilibrio psicofisico.
Le tecniche di respirazione consigliate sono: la respirazione Yogica Completa, il Bramari Tibetano, l’Ujjayi Pranayama.
Nella Pratica Yoga in Gravidanza, ci sono anche delle particolari attenzioni e precauzioni che devono essere seguite per tutti i nove mesi, che aiutano la pratica e soprattutto tutelano la madre da movimenti errati, cattive posture e posizioni che potrebbero creare fastidi al bambino.
Una di queste particolari attenzioni va al fatto che una donna incinta non dovrà fare mai posizioni né di rilassamento, né di altro tipo, in cui resta a pancia in su a lungo senza un supporto, perché la vena cava, che passa dietro la schiena, rischia di essere compressa dal peso del bambino e ciò potrebbe causare giramenti di testa.
Nelle posizioni di rilassamento profondo, si predilige uno Savasana non in posizione supina, ma laterale, magari mettendo tra le gambe un cuscino per ottenere una postura il più rilassata possibile.
Durante la gravidanza è sempre bene indirizzare le gestanti a mantenere il più possibile la mandibola rilassata, utilizzando anche per far ciò una serie di esercizi che lo Yoga offre per sbloccarla ed ammorbidirla.
La mandibola infatti è collegata direttamente alle ossa del bacino e delle anche e se questa resta morbida e rilasciata, anche questa zona del corpo risulterà più flessibile e rilasciata.
Le posizioni a testa in giù non sono consigliate durante la gestazione, causa possibili problemi di circolazione o pressione sanguigna, anche se in particolari casi possono queste Asana aiutare terapeuticamente.
Un ultimo ma non meno importante accorgimento che una donna in gravidanza deve tenere in mente durante la sua pratica Yoga, è quello di ascoltare sempre il proprio corpo, le sensazioni che questo le fornisce e riuscire così ad entrare in maniera profonda con tutto ciò che le serve e di cui ha bisogno per stare bene e godersi appieno questi nove mesi.
Credo proprio che il poter essere sempre presente nel proprio corpo e nella propria vita sia fondamentale, ma l’essere presente in ogni cambiamento che l’attesa di un bambino porta, è a dir poco straordinario e permette di conoscersi a fondo e di vivere veramente la propria vita appieno.
Secondo me ogni donna che attraversa questa fase nella propria vita, dovrebbe provare ad integrare lo Yoga!
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